DEFINIZIONE
Termine che identifica un generico stato di sofferenza cronica del midollo cervicale. Può essere dovuto a differenti cause sia degenerative che traumatiche. La patogenesi è di tipo microtraumatico dovuto alla compressione del midollo cronica e reiterata nel tempo.
La sofferenza del midollo cervicale può estrinsecarsi in forme cliniche più o meno subdole o in quadri di deficit neurologici gravi con importante compromissione delle capacità lavorative o, addirittura, compromissione della capacità di espletare le normali attività della vita quotidiana.
QUADRI CLINICI
Lo scopo principale della metodica è quello di curare i sintomi di un crollo vertebrale da osteoporosi o altre cause. L’introduzione del cemento all’interno di una vertebra fratturata ha fondamentalmente lo scopo di consolidare il corpo vertebrale permettendo una drastica e rapida attenuazione del dolore vertebrale.
DIAGNOSTICA
Diagnostica per immagini
Il gold standard per la diagnosi di mielopatia cervicale è la risonanza magnetica che deve essere eseguita con apparecchiature ad alto campo magnetico per meglio definire lo stato di sofferenza del midollo.
Cosa appare evidente all’esame è l’alterazione del rapporto contenuto-contenente del canale vertebrale. Il midollo giace all’interno di una canale vertebrale “ristretto” e può essere compresso a più livelli o a livelli singoli. Nella accezione tipica della mielopatia senile, il canale vertebrale diviene più stretto a causa della degenerazione artrosica delle zigoapofisarie e dalla degenerazione dei dischi intervertebrali. Anche una semplice ernia discale, se molto voluminosa, può causare un danno compressivo del midollo. Nella razza asiatica, in particolare nei Giapponesi, è molto diffusa una patologia che conduce all’ossificazione del legamento longitudinale posteriore (OPLL) con compressione del midollo.
La RMN, ad alto campo magnetico, può mettere in evidenza, in corrispondenza della compressione, aree di alterato segnale del midollo che rappresentano un fattore prognostico sfavorevole sulla prognosi. Più vasta è l’area di alterazione di segnale maggiore è il danno midollare.
Diagnostica strumentale
L’esame neurofisiologico di riferimento e di maggiore sensibilità e specificità è la valutazione dei potenziali evocati. I potenziali evocati sensitivi (PES) e quelli motori (PEM) permettono una valutazione della conduzione degli impulsi dal cervello alla periferia e dalla periferia al cervello lungo il midollo.
TRATTAMENTO
La mielopatia cervicale è generalmente una condizione progressiva capace, se non trattata tempestivamente, di causare una invalidità di grado anche elevato. Il trattamento chirurgico di deve sempre essere proposto nei casi chiari di compromissione neurologica con la finalità di garantire un arresto della progressione del danno neurologico. E’ infatti provato che la reversibilità del danno sensitivo-motorio è legato a diversi fattori tra i quali entità ed estensione della lesione ischemica, importanza della compressione ab-estrinseco ma soprattutto durata della compressione. Il tempo rappresenta infatti un fattore noto di aggravamento della prognosi. Di fronte a un quadro chiaro di compressione midollare, differire l’intervento e lasciare che l’azione microtraumatica continui ad agire sul midollo, può condizionare la reversibilità della sindrome.
INTERVENTI CHIRURGICI
L’intervento chirurgico consiste nell’eliminare la causa di compressione sul midollo. Non esiste un intervento unico valido per tutte le forme. In generale la via chirurgica anteriore può essere più utile nelle forme mono o bisegmentarie, la via posteriore nelle forme di compressione multilivello.
Accesso anteriore al rachide cervicale
Incisione longitudinale antero-laterale lungo lo sternocleidomastoideo o trasversale. Si accede al rachide mediante “dissezione” anatomica delle strutture pascolo-nervose lateralmente (carotide, giugulare, vago) e esofago-laringe medialmente. Si può procedere con una discectomia (asportazione del disco) in microscopia ottica con successivo impianti di dispositivi intersomatici (cage) o mediante asportazione completa di un corpo vertebrale (somatectomia) e sostituzione del corpo asportato con opportuni device (MESH) con funzione di sostegno e ricostruzione del corpo vertebrale.
Accesso posteriore al rachide
Incisione epispinosa cervicale posteriore a paziente in decubito prono. Si deve procedere a scheletrizzaione completa delle lamine e delle masse laterali (scheletrizzazione = distacco dei muscoli paravertebrali). Si possono adoperare più procedure. La più datata in assoluto e la laminectomia isolata che consiste nell’asportazione delle lamine posteriori senza impiego di mezzi di stabilizzazione. Più modernamente si possono impiegare tecniche definite di lamoniplastica di cui la capostipite è la cosiddetta “open door”. Oggi si possono utilizzare numerosi device che consentono di mantenere “aperta” la laminoplastica.
Nei casi in cui è necessaria una decompressione importante e ampia si può ricorrere alla laminectomia completa “armata” in cui alla decompressione del midollo si associa una stabilizzazione plurilivello mediante viti posizionate nelle masse laterali e barre sagomate in titanio.